domenica 26 ottobre 2014

Una stagione del CAVOLO!



E rieccomi di nuovo qui, alle prese con i primi freddi, i primi malanni, i primi giorni in cui a metà pomeriggio in studio si deve accendere la luce ed i primi giorni con i camici a maniche lunghe. Quest’anno è stato strano, l’estate è arrivata quasi solo su carta, un settembre piovoso, un ottobre soleggiato fino a qualche giorno fa. Di pari passo al meteo strano, anche il mio umore è stato sempre tendenzialmente grigio a parte qualche sporadica schiarita. Quasi mi sto abituando a questo stato d’animo un po’ malinconico, degno di tanti poeti che al Liceo mi piacevano tanto ma che in fondo non si adattano a me, che mal mi ritrovo dopo tutti questi anni in questa condizione. Strana la vita, è passato così tanto tempo dall’ultima volta che ho sorriso di cuore e non con quel velo di rassegnazione, che quasi dubito di averlo mai vissuto davvero un periodo buono. Eppure so che è così, o anche se non fosse, da qualche parte so che il mio periodo buono mi sta aspettando. No hay mal que dure cien anos, ni cuerpo que lo restiste, dice mia madre. Non c’è male che duri cent’anni, né corpo che lo possa sopportare. Cinque anni a questa lotta sono il mio più che sufficiente contributo. E così piano piano cerco di zittire le voci che ho dentro, alle volta funziona, alle volte no. Certi giorni non vorrei nemmeno alzarmi dal letto e certi giorni lo faccio trascinandomi tra le ore di lavoro solo con il desiderio di tornare a casa a riposare. È una lotta che ti sfianca fisicamente e mentalmente e ti lascia sempre con un po’ di grigiume nello sguardo. Ma è una lotta che continuerà.

Come si è capito più volte, non sono amante della stagione fredda, non mi piacciono i maglioni sformati e non mi piace dovermi conciare come l’omino Michelin per uscire. Ma s’ha da fare se hai un metabolismo che fa schifo e pochi cm di ciccia per coprirti. Non mi piace la monotonia della frutta, mela, pera, kiwi, banana, non mi piace che il rosso del pomodoro sia smorto e quel poco non se l’è certo guadagnato sotto il sole. Ma ancora il mio lavoro o il mio facoltoso marito (che ancora devo conoscere eh?) non mi permettono di svernare ai Caraibi, quindi sto qua, avvolta nella mia coperta di pile a sorseggiare il mio thè e a cercare ricette carine ed originali da provare…o come capita spesso, intasare i “Preferiti” di Mozilla.                                                    
Una delle cose (ce ne sono, ce ne sono un paio, lo ammetto!) sono loro: cavoli, verze, cavolfiori e famiglia… li adoro in ogni forma, colore e dimensione e quando ho ripreso in mano il numero di “Vegetarian Times” comprato qualche mese fa a New York non ho potuto fare a meno di accendere il fornello e cucinare. Ho modificato qualcosa per adattare la ricetta a quello che avevo in casa ma il risultato è comunque un contorno sorprendente!

RAINBOW STIR- FRY
INGREDIENTI:
3 cucchiai di succo d’arancia
2 cucchiai di salsa di soia a ridotto contenuto di sale
1 cucchiaino di preparato per pasta aglio, olio e peperoncino (si può sostituire con del peperoncino o paprika in polvere ed un po’ d’aglio in cottura)
2 cucchiaini di olio di sesamo
Mezzo cavolo cappuccio rosso (diciamo 300g) tagliato sottilmente
1 peperone rosso tagliato a listarelle
1 zucchina piccola tagliata a julienne
100 g di edamame surgelati
3-4 manciate di funghi champignon affettati
4 cipollotti tagliati sottilmente


HOW TO:
Per prima cosa, preparare la salsina: in un bicchiere mescolare insieme succo d’arancia, salsa di soia e peperoncino. Scaldare a fiamma alta l’olio di sesamo in un wok o in una padella. Aggiungere i funghi, mescolare e lasciar cuocere per circa tre minuti. Aggiungere 3 cucchiai d’acqua ed il cavolo cappuccio. Cuocere, mescolando, per altri 4 minuti. Aggiungere il peperone a listarelle, la zucchina, gli edamame, un paio di cucchiai d’acqua e cuocere per 4 minuti. Aggiungere quindi i cipollotti e versare la salsina all’arancia. Mescolare e cuocere per altri due minuti a fiamma media.

domenica 12 ottobre 2014

Non esistono più le mezze stagioni...(meteo- e culinariamente)

Non posso iniziare questo post senza rispondere brevemente ai commenti lasciati nel mio post precedente. I giorni passano e lo spirito è ancora traballante. Non so proprio da dove derivi questa mia incertezza, questa mio sentirmi sempre fuori posto ed  inadeguata. Ho sempre amato scrivere, persino a dieci anni tenevo un diario e più volte riprendendoli in mano ho sorriso nel leggere di una sicurezza fiera e sincera. Non sono sempre stata una con le palle rientrate, le unghie le sapevo tirare fuori eccome, anche solo per rivendicare il mio ruolo di Sailor Moon all'asilo!
Eppure nel tempo, qualcosa si è spezzato e le piccole delusioni accumulate nel tempo, quel mio rendermi conto che le altre erano più estroverse, più sgamate e più brillanti di me mi hanno indotto a credere di essere meno di tutte. Di non poter piacere a nessuno. Di non meritarmi nulla di buono. Di perdere l'equilibrio e cadere nella trappola.
E non è facile uscire, è una delle condizioni più subdole che esistano, non appena pensi di esserti sottratta di poco dalla sua vista,Lei è subito pronta a riprenderti sotto il suo giogo. La mia è una battaglia doppia perchè dalla mia ho la consapevolezza, non sono più lo scricciolo che pensava che il problema fosse degli altri, non sono più la povera ingenua che pensava di avere il controllo quando tutto avevo fuorchè il controllo della situazione. Sto male il doppio perchè so e al tempo stesso non posso far a meno di stare al gioco. Fondamentalmente posso intuire anche il problema... in un certo senso, ormai sono così abituata a questo stare male che penso non esistano alternative, almeno non per me. E fondamentalmente la barricata che ho costruito tra me e il mondo è una garanzia per future batoste, aprirmi agli altri può sempre riservarmi brutte sorprese, l'ultima proprio durante questa settimana.
Insomma è brutto dirlo ma stare male mi fa quasi comodo in certe situazioni. Perchè ho paura, sono
una vigliacca, timida ed inerme di fronte alla vita che vorrei ma che ho paura di vivere...

E a proposito di paure, questa ricetta è la prova che molti pregiudizi che ho/avevo sono delle grandi stupidate. Solo che un conto sono un paio di muffin, un conto è la vita.
Diciamo che fino a qualche mese fa sarei inorridita nel pronunciare parole come AVOCADO, BURRO, LATTE DI COCCO. Ed ora invece , è un appuntamento fisso sedermi a tavola addentando una fetta di pane con guacamole o mangiando la mia cofana di insalata con fettine di avocado. Ho anche comprato ed usato una lattina di LATTE DI COCCO, cosa da cui mi sono ben guardata per anni in passato.
Quanto al BURRO/MARGARINA, sono ancora intransigente ma penso di aver trovato un BUON compromesso. E ho capito che mi sto perdendo tante cose golosissime fissandomi solo sui numeri riportati sulle etichette (e non parlo di codici a barre e prezzi).

Muffin alle mandorle e lamponi:

INGREDIENTI per 12 muffin:
- 3/4 cup latte di mandorle (la bevanda di mandorle, lo sapevate che per legge in EU non si può più parlare di latte vegetale???? latte è per definizione solo il risultato di una "secrezione" di un mammifero)
- 2 cucchiaini di aceto di mele apple cider vinegar
- 1/2 cup di crema di mandorle
- 1/3 cup di olio di semi di girasole
- 2/3 cup di zucchero grezzo di canna
- 1 cup + 2 cucchiai colmi di farina tipo 0
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato
- un pizzico di sale (io ho messo quello rosa dell'Himalaya)
- 12 lamponi (io li ho trovati freschi che sono il massimo!) 
HOW TO:
Prima di tutto, accendere il forno a 180° C e oleare ed infarinare uno stampo per muffin.
In un bicchiere mescolare la bevanda di mandorle con l'aceto e lasciar riposare per almeno 10 minuti.
In una ciotola, unire crema di mandorle, olio, zucchero e mixare fino a che tutto è perfettamente amalgamato. Aggiungere quindi la combinazione di aceto e bevanda. Mescolare.
A parte unire tutti gli ingredienti secchi e cioè farina, lievito in polvere, bicarbonato e sale. Aggiungere tutto a quelli liquidi e mescolare tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Riempire gli stampini per cupcake fino a 2/3 metà della loro altezza. Al centro di ogni muffin affondare un lampone ed infornare per circa 25 minuti.

NOTE:
Questi dolcetti sono soffici, profumati e con una sorpresa dolce-acidula. Li trovo il giusto compromesso tra gli estivi lamponi e le regine dell’autunno, le mandorle. Sono piaciuti a tutti, persino al mio intransigente ed iper critico papà. La crema di mandorle l’ho sempre afferrata al bio ma l’ho sempre rimessa al suo posto, complici i valori nutrizionali fuori (dai miei) range ed il prezzo non proprio in linea con il mio portafoglio da tirocinante che lotta per auto mantenersi. Ma è stata definitivamente una dolce scoperta… ed una piccola vittoria.
Un abbraccio, 
Zu






giovedì 2 ottobre 2014

It's raining cats and dogs..



Certe volte l’unica cosa di cui si ha bisogno è che siano gli eventi a decidere per te. Purtroppo non sono mai stata il tipo che si lascia andare seguendo il flusso delle cose senza pensarci troppo. Anzi ogni singola cosa per me diventa un pretesto per rimuginare, macinare, pensare ai se e ai ma, a come sarebbe potuta andare o a che cosa sarebbe successo se io avessi imboccato l’altra strada piuttosto che quella scelta…
e forse è questo il motivo per cui sono ancora qui, dopo cinque anni, dopo un’altalena continua di kg presi e kg persi, riflesso tangente di quanto stia vivendo a livello emotivo: sono talmente tanto impantanata a capire del perché e del per come mi sono cacciata in questo schifo di vincoli mentali e paura che ho perso di vista il COME uscirne.
Questa settimana sono dovuta stare al gioco dei miei che hanno lanciato l’ultimatum “O ti dai una calmata o torni a vivere da noi” e quindi eccomi qui, dopo quattro giorni in cui ho provato ad adattarmi al sorriso, a guardare oltre il mio disagio, a cercare di non pensare ai cattivi pensieri, a focalizzarmi sull’obiettivo, a cercare di migliorarmi e, perché no, ad indossare una maschera, quella del sorriso, provando ad autoconvincermi che fosse il mio stato d’animo vero. O meglio, a plasmare quanto meglio possibile il mio stato d’animo sull’immagine che i miei dovevano avere di me.
Quali sono stati i risultati? I primi due giorni sono andati più che bene, quasi cominciavo a credere che era facile, che piano piano non sarebbe stata una maschera, che il sorriso sarebbe presto diventato sincero, ma tra oggi e ieri, forse complice la pioggia, si è fatta di nuovo strada quella sensazione di angoscia che ormai mi segue da tanto. Io non so perché, non so come ma sono anni che mi perseguita l’idea di essere inadeguata. Prima al classico, poi all’università, ora al lavoro ed in generale inadatta a stare qui, terribilmente convinta di essere sempre e solo fuori posto. Perché è così difficile amarsi un po’?

E se fuori piove, anche qui sul blog piovono … polpette


FALAFEL DI CECI
 Ingredienti:
-         250 gr di ceci secchi
-         mezza cipolla
-         prezzemolo tritato
-         1 spicchio d'aglio
-         2 cucchiaini cumino
-         coriandolo (facoltativo)
-         farina di ceci (facoltativa)
-         olio extravergine d'oliva
-         sale e pepe

Mettere in ammollo i ceci secchi per 24-36 ore. Scolare i legumi e metterli nel bicchiere del mixer, senza cuocerli. Aggiungere la cipolla tritata, il prezzemolo, lo spicchio d'aglio, il cumino e le altre spezie.
Frullare fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiustando di sale e pepe. Si può aggiungere qualche cucchiaiata di acqua. Lasciar riposare l'impasto in frigorifero per circa un’ora.
Formare le crocchettepolpette con le mani leggermente bagnate. Nel caso in cui i falafel risultino troppo molli, è possibile aggiungere 2 o più cucchiai di farina di ceci.
In teoria i falafel vanno fritti in olio bollente, io li ho fatti al forno. È sufficiente cuocerli per circa 25 minuti a 180 gradi in una teglia foderata con carta forno. Le polpette sono pronte quando risulteranno dorate in superficie. Si possono anche fare su una padella antiaderente.
Ecco qui una foto da vicino delle mie creature: 


Zu

domenica 28 settembre 2014

Just another day, just another salad

Questo tempo strano a cui é appeso il mio umore mi aveva ingannato. Ed anzi avevo già appeso le infradito al chiodo ed ero entrata nello spirito autunnale riaccendendo il forno per qualche idea che immagino avrò molto tempo di propinare...ma intanto questo fine settimana mi godo gli ultimi sprazzi d'estate, cercando di assorbire quanta più energia dal sole (e di crearmi un po' di vitamina D per l'inverno) e appollaiandomi al sole più che posso. Quanto all'umore, beh, quello dallo spirito autunnale non si é mai staccato e quelle rare volte in cui ho riassaggiato un po' di quel qualcosa che ricorda vagamente la spensieratezza é stato bruscamente frenato da qualche evento, memorandum che chi é come me non può star sereno. Perché se non c'è qualche problema fuori, a noi piace crearlo da dentro. Piccoli getti di veleno a ricordare il mio mantra "mai abbastanza".
Proprio ieri stava andando tutto bene, proprio ieri mi stavo caricando da sola "ma chi me lo fa fare a star così?  Cheiovogliouscirevoglioamarevoglioriderevogliofarekickboxingmanonpossoperchéorami
stendeancheunfilodiventoiochevoglioprendereamorsiquestavitaedivorarla...beh anche ieri, che era iniziata tanto bene mi è arrivato beffardo il solito pugno in faccia imprevisto. E lì per lì non sono riuscita a schivarlo...vi terrò aggiornati sull'evoluzione degli eventi, sperando che le cose bene perchè non è bello sentirsi dire dai propri genitori che non sanno più se credere alle mie parole. Ti fanno riflettere su quanto questo schifo sia andato avanti e ti mettono il tarlo su che razza di persona di me..a sia diventata per spingere MIA MADRE e MIO PADRE a non fidarsi di me, o meglio ad essere scettici sulla mia voglia di uscire dal buco in cui mi sono cacciata ed in cui sguazzo non molto allegramente da 5 anni.
Detto questo e tornando alla questione culinaria che risolleva un po' le sorti di questo post, voglio lasciare l'insalatona che mi sono pappata ieri sul tavolino che dà sul mare di casa mia. Come dicevo, le mie ricette da forno sono passate in secondo piano per approfittare, finchè si può, delle ultime pennellate di colore estive.
SUN-KISSED BOWL: 
Ingredienti per una SINGLE (serving):
- Insalalata verde mista
- una carota tagliata a julienne
- mezza barbabietola tagliata a julienne
- mezzo avocado (sì, new love of my life)
- qualche cimetta di broccolo ben lavata
- due manciate colme di mirtilli
- tempeh alla piastra (sugli 80 g diciamo?!?)
HEMP LIME DRESSING :
- un cucchiaino di semi di canapa
- un cucchiaio di olio evo
- succo di mezzo lime

Ovviamente, non indico il procedimento perchè non si tratta di altro che schiaffare tutto in una ciotola e di irrorare con l'emulsione, preparata mescolando vigorosamente lime ed olio e tuffandoci dentro i semi di canapa.

Eccoli qua, gli ingredienti tutti insieme...


..ed ecco qua dopo la "schiaffatura" nella ciotola!

A presto,
Zucchina

domenica 21 settembre 2014

Trovare la FORZA nelle piccole cose...



Trovare la forza nelle piccole cose…

Il motivo per cui scrivo questo post, del tutto improvvisato e che surclassa gli altri a cui avevo pensato è presto detto…voglio solo ringraziare le mie principal “amiche di blog”, le ragazze che forse hanno commentato con maggiore frequenza ma anche con maggiore empatia… dietro al mio ritorno sul blog c’è anche il suo zampino, lei che è stata fonte inesauribile di ricettuzze particolari, specialmente raw, lei che quest’anno è sbocciata e a cui auguro il meglio perché se lo merita. E poi ringrazio anchelei, che da ogni post lascia trasparire una leggerezza, una spontaneità che sono letteralmente una boccata d’aria fresca. E un pensiero anche a Letissia, che ogni tanto si è affacciata qui per vedere i pasticci culinari e non che combino. Hanno sempre avuto un pensiero di incoraggiamento e quindi a loro va un “GRAZIE” di cuore.
Sono questi piccoli gesti che fanno nascere un sorriso, che ti riscaldano il cuore e che ti fanno pensare che forse ne vale la pena, che non tutte le porte sono o saranno porte in faccia e che, sì, forse là fuori ci sono mille occasioni che aspettano di essere colte ed una vita, anzi una Vita che aspetta di essere vissuta.
E non si può affrontare granché se non si ha il carburante giusto, ecco qua un’idea che risolve il problema!
CHIA YOGURT PARFAIT:


Chia Pudding
¾ cup succo d’arancia non zuccherato
2 cucchiai di semi di chia
1 cucchiaio di agave (facoltativo)

per assemblare:
- Yogurt di soia bianco (o di riso o anche yogurt greco, se del vegan non ve ne frega una cippa!)

HOW TO:
Mettere il succo ed i semi di chia in una ciotola o in un bicchiere grande e mescolare. Lasciar riposare per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto, fin quando i semi non avranno assorbito il succo ed il composto non avrà una consistenza viscosa e leggermente densa. (Volendo, si può fare il pudding la sera e lasciare in frigo tutta la notte).
E adesso assemblare! Versare un paio di cucchiaiate in un bicchiere, aggiungere uno strato di yogurt, uno di frutti di bosco, ancora un po’ di chia pudding e così via fino a raggiungere il bordo del bicchiere. Tocco finale: un’altra manciata di frutti di bosco.
Con queste quantità si ottengono due bicchieri di parfait!

Considerazioni:
Un po’ di notizie riguardo i semi di Chia! Questi piccoli semini “health-packaged” sono uno dei nuovi super alimenti provenienti dal Messico/Guatemala, dove si contano le coltivazioni più numerose della pianta da cui si ricavano, la Salvia Hispanica… i benefici per la salute derivanti dal loro consumo erano noti anche agli Aztechi, appunto CHIA significa “forza”! Praticamente sconosciuti ai più, una trentina di anni fa, un ricercatore nordamericano ha iniziato a compiere degli studi sulla S.Hispanica e da allora è uno dei principali portavoce dei benefici della chia..
Sono ricchi di calcio, magnesio, fosforo e manganese e sono una buona fonte di omega-3.
Sono pochi gli studi controllati che documentano a lungo termine che cosa significa inserire nella dieta di tutti i giorni questi semini scuri, ma suggeriscono soprattutto che potrebbero aiutare a…
  1. Rallentare la digestione e l’assorbimento dei glucidi, valido aiuto contro i picchi di glicemia dopo i pasti. Questo effetto sul livello di zuccheri nel sangue combatte l’insulino resistenza, dannosa per la salute da tutti i punti di vista.
  2. Assumere più fibra! 30 grammi di chia ne contengono ben 11 grammi.
  3. Assumere una buona quota di omega 3, presenti in una forma forse più disponibile rispetto a quella degli omega 3 dei semi di lino.
  4. Sono un pacchetto concentrato di proteine. Non so voi, ma da quando sono vegetariana/sulla via del veganesimo, stanno tutti a guardare quante proteine assumo!Se dico che in 28 grammi di semi di chia ci sono 4.4 grammi di proteine, li tengo a bada per un po’?!?! In più queste proteine sono ricche di Triptofano, un aminoacido che aiuta a regolare l’appetito, dormire e migliora l’umore.
  5. Last but not the least, pare che i semi di chia hanno fatto registrare un miglioramento della pressione sanguigna in un gruppo di diabetici, un miglioramento del profilo lipidico, con la diminuzione del colesterolo totale, del colesterolo LDL e dei trigliceridi (Cleveland Clinic).
A presto, la vostra Zu

domenica 14 settembre 2014

Io sono ancora qua... eh già!

Torno in silenzio, senza tanto fragore ed in punta di piedi dopo tanti mesi di assenza. Quando non sento mia una cosa, quando si viene a creare una situazione di stress, quando capisco che un progetto anzichè entusiasmarmi testimonia solo un risultato mediocre...ecco, io scappo. Sono la regina dell'incostante, proprietaria di mille quaderni iniziati e lasciati a metà ...
torno qui, dopo tanti mesi e guardo il mio blog come guardo ad un mio quaderno delle elementari, con un sorriso e con tanta tenerezza: adesso come allora, quello che traspare è l'immagine di una bambina, una bambina che con passo incerto si affaccia alla vita, timida, paurosa, con ancora tanta voglia di essere tenuta per mano. Ricordo che all'asilo non sono mai stata la bambina che piangeva nel tentativo di convincere la mamma a non lasciarla lì, non ho mai fatto capricci in tal senso. Anzi, devo ammettere che sono stata una bambina con le pa..e. Adesso invece sento sempre di essere di troppo, ho paura e continuo ad andare con il freno a mano tirato...e mi rendo conto che vivere così non è vivere...è solo un procedere di giorno in giorno, sfiorare la vita che altri vivono ed aspettare sperando che le cose cambino.
A distanza di mesi che non scrivo, tante cose sono cambiate tante altre sono rimaste le stesse..stessa ansia da prestazione, stesso sconforto, stessa tristezza, stesso peso-non peso, stessa paura di sbagliare, stesso senso di ineguatezza, stesso grigiore nello sguardo...tanta stessa paura di essere me stessa e vivere. Quello che è cambiato è che ho altri sei mesi di lavoro davanti a me, un viaggio negli USA alle spalle, un carico di ricette da voler replicare, un po' più di desiderio di andare in fondo alle questioni non risolte anche se ancora devo capire dove cominciare e come fare...
Dilungarmi ancora su questi punti e subito dopo aver ripreso in mano il blog mi sembra controproducente e sicuramente non è giusto nei miei e nei confronti di chi si affaccia in questo mio spazio...pochi a dire il vero, ma buoni!
Lascio solo questa ricetta, che sia di buon auspici per me e per voi... che Settembre sia carico di soddisfazioni e di propositi felici!
End summer pesto salad:

Shopping list:
BASE
- Orzo 10 minuti: 80 g
- Piselli spezzati e lenticchie gialle già cotte: 20 g
- un pomodoro dal grappolo di medie dimensioni
- un paio di pomodori oblunghi al forno *
PER IL PESTO DI RUCOLA E MANDORLE:
- 2 manciate colme di rucola
- una manciata di foglie di basilico fresco
- 10-12 mandorle
- succo di mezzo limone
- la punta di un cucchiaino di peperoncino
- 3 cucchiai di olio evo
- sale e pepe q.b

* (i pomodorini sono solamente il frutto dell'infornata di verdure della sera prima, per prepararli ho semplicemente tagliato a fette sottili i pomodori e conditi con olio, pepe ed un mix di maggiorana, rosmarino, timo ed origano. Li ho poi passati in forno per 20 minuti o giù di lì a 200°)
 

HOW TO:
Come la maggior parte delle mie ricette passate e probabilmente future, questa ricetta è a prova di dummies! Scaldare una pentola con acqua, portare a bollore e tuffarci l'orzo. Lasciar cuocere per 8-9 minuti, mescolando di tanto in tanto. Il tempo indicato sulle confezioni è sempre indicativo, consiglio di provare la durezza già a 8 minuti, io da parte mia tolgo sempre uno-due minuti alla cottura visto e considerato che le mie preparazioni sono quasi sempre per il pranzo del giorno successivo. In più sono una fan del "AL DENTE"!
Mentre l'orzo cuoce, passare alla preparazione del pesto. Mettere in un bicchiere o in una ciotola dai bordi alti le mandorle, il succo del limon, il peperoncino, sale e pepe ed iniziare a frullare. Aggiungere la rucola ed il basilico poco per volta, frullando prima un po' il tutto prima di passare alla manciata successiva. Questo aiuta ad ottenere un pesto più cremoso.
Quando il pesto è finito, sarà anche ora di scolare l'orzo. Per non prolungare la cottura anche dopo questo passaggio, io passo sempre lo scolapasta sotto l'acqua fredda. Ribadisco, non sono un'amante delle cose stracotte e "spangottate"!!!
Lasciar riposare per qualche minuto, giusto il tempo di tagliare a pezzettini il pomodoro fresco ed i pomodorini al forno.
A questo punto, unire orzo, piselli e lenticchie e condire con il pesto. Decorare con i due tipi di pomodori e servire... o fare come me, riempire la lunch box ed aspettare frementi di assaporare il tutto il giorno dopo!

Due considerazioni prima di salutare..
1. La prima nota è "tecnica", un consiglio per la preparazione del pesto: il basilico ed in genere molti vegetali a foglia verde tendono ad ossidarsi venendo a contatto con l'acciaio delle lame (in questo caso del mixer, ma è la stessa cosa anche nel tagliare l'insalata al coltello!). In più azionando il mixer o il frullatore, le verdure sono sottoposte a calore che tenderà a renderle di un colore non proprio rassicurante, ecco, per ovviare o per lo meno ridurre questo shock può essere utile tenere il bicchiere o la ciotola in cui si andrà a lavorare e il frullatore/mixer in frigorifero per almeno mezz'ora.
2. La seconda è più una giustificazione che ripete un concetto già espresso in questo post: se riesco a mantenere il proposito di continuare a pubblicare qui e quindi questa ricetta verrà seguita da altre, non aspettatevi foto da mozzare il fiato. Uno dei miei crucci maggiori, nonchè motivo di abbandono del post è il senso di inadeguatezza di fronte alle mie foto, ben poca cosa e mediocri rispetto a quelle che si vedono in alcuni blog che seguo e che "invidio" (in senso positivo). Anzi, non solo le mie foto non sono un granchè ma spesso e volentieri i miei tentativi ed esperimenti in cucina saranno fotografati direttamente dal pallore del mio contenitore del pranzo perchè, come penso abbiate capito, parto da casa la mattina e ci torno solo la sera per cena, se non dopo cena!


Un abbraccio,
la vostra (ritrovata) Zucchinetta



domenica 11 maggio 2014

MOPUR-e tu?

Non sono mai stata amante degli spezzatini, per lo meno non quelli tradizionali. Quello con patate e il povero vegetale di turno non mi hanno mai esaltato e di certo da quando ho avuto la mia svolta veg non ne ho mai sentito la mancanza.
Ho provato e riprovato con i bocconcini di soia ma quei cosini finiscono inesorabilmente in fondo alla dispensa, chiamandomi ad ogni apertura dello sportello con voce suadente. Ma io ignoro, come una novella Ulisse che suggerisce ai compagni tappi alle orecchie per non sentire il canto delle sirene.
Quello che ho imparato però è che tofu, seitan& co. cotti insieme alle verdure di stagione acquistano una marcia in più e che anche quei tristi panetti informi e a detta di alcuni poco invitanti vengono valorizzati se accompagnati da una montagna di verde.
La ricetta è la tipica ricetta for dummies, non indico nemmeno le quantità perchè sono a discrezione dello chef e del numero di bocche che vanno sfamate, tenete conto che quella in foto è una porzione molto abbondante ad uso e consumo esclusivo della fotocamera. :)
La componente proteica del piatto è il mopur, un altro secondo vegetale a base di frumento. A differenza del seitan, subisce una fermentazione naturale che riduce notevolmente la percentuale di glutine e lo rende particolarmente digeribile.
Essendo a base vegetale è un alimento privo di colesterolo e la componente proteica di aggira intorno al 34% (questo è quanto riportato in etichetta e nel sito del produttore italiano più diffuso). Non avendo ancora preso abbastanza coraggio per assaggiare il tempeh, ho tentato la strada del mopur e, per lo meno in questa preparazione, non l'ho trovato malaccio. Certo, bisogna stare attenti a non farlo asciugare troppo, altrimenti diventa una soletta delle scarpe, ma questo inconveniente finora mi è capitato solo le prime volte con il seitan e ipotizzo che possa capitare la stessa cosa anche con il mopur.
Comunque, basta sproloquiare, sotto i riflettori la mia ricetta senza pretese!
SPEZZATINO DI MOPUR CON VERDURE PRIMAVERILI:


Ingredienti:
Mopur bio
Asparagi a vapore rigorosamente bio
Carciofi cotti precedentemente a vapore, tagliati a spicchi bio
Cipollotto fresco bio
Sale e pepe q.b.
Menta fresca
olio evo bio
How to:
In una padella antiaderente mettere a rosolare il cipollotto tagliato a fettine in due cucchiai di olio. Quando il cipollotto sarà bello imbiondito, aggiungere i carciofi ed il mopur tagliato a pezzettini. Cuocere a fiamma bassa con coperchio per 5-8 minuti. Se necessario, aggiungere un mezzo bicchiere d'acqua. Tagliare gli asparagi ed aggiungerli in padella e cuocere per non più di due minuti per evitare che si sfaldino troppo. Salare e pepare ed aggiungere la menta fresca tritata super finemente. Mescolare cosicchè tutto, verdure e mopur, si insaporisca per bene.
Leggero e rinfrescante! :)

Con questa ricetta, ritorno timida timida a dare il mio contributo a Salutiamoci, questo mese ospitato da Le delizie di Feli e che ha per protagonista un vero signore del bosco, l'asparago!
logo salutiamoci
 con affetto,
Zucchina.