martedì 24 dicembre 2013

Broccoli Pizza



Tra i tanti aspetti negativi che il mio disturbo comporta c’è sicuramente l’incapacità di non vedere mai ciò che c’è di buono. Quando stai male, sia a livello evidente sia “sottosoglia”, vedi il bicchiere mezzo vuoto nel 90% dei casi, non riesci mai a goderti quei piccoli successi che raggiungi, quelle briciole di felicità (?) che la vita ti fa trovare lungo la strada.
Tuttavia, per quanto possa farmi male questa mia condizione di vita sospesa, questo tragitto percorso costantemente con il freno a mano tirato, non posso fare a meno di pensare che questa (spero) transitoria deviazione di percorso non sia capitata per caso. Mi piace pensare che la mia disavventura sia servita a farmi capire che la mia strada è quella di aiutare le persone con il mio stesso rapporto problematico con il cibo sia che sia troppo sia che sia (come nel mio caso) troppo poco. Ed è per questo che ho investito il 100% e più di me stessa in ogni singolo esame che era in programma, per questo che mi svegliavo all'alba durante le sessioni di esami, per questo che ho consumato post-it e penne per scrivere e riscrivere gli appunti così da farmeli entrare in testa.
Ed è per questo se mi girano gli zebedei se quando chiedo di fare un tirocinio volontario vengo aggredita (e non è un’esagerazione) con una filippica sui tirocinanti già laureati e la loro unica capacità di far perdere tempo. Lungi dal considerarmi il non plus ultra delle neolaureate in dietistica, mi considero però abbastanza convinta della mia scelta professionale da sapere che se faccio qualcosa non è per riempire il tempo libero. E mi arrabbio ancora di più se vengo considerata nella massa di quelli che non prendono sul serio quello che fanno.
Si parla tanto di collaboranza, di rispetto della figura professionale ma ieri ho avuto la dimostrazione che là fuori è una giungla e che ognuno è pronto a far fuori l’altro per non correre rischi futuri (quali poi se tu sei una professionista con esperienza pluriennale e di fronte hai una pischella che si è laureata neanche un mese fa?). Come avrete capito, odio le generalizzazioni, odio il “fare di tutta l’erba un fascio” e soprattutto mi dispiace che Tu preferisca ad una tua “collega” degli studenti ancora non laureati di un Corso di Laurea che si è arrogato il ruolo e la capacità di ricoprire il tuo incarico e di svolgere le tue mansioni. E poi mi vieni a parlare di responsabilità?
Comunque, oggi è la Vigilia di Natale!!! Alla fine, anche la mamma si è arresa e ha sistemato gli addobbi natalizi per tutta casa insieme alla mia sorellina, l’albero è stato addobbato, il presepe organizzato (e anche bene..chapeau alla mia mamma!).
Se avete il forno acceso per qualche preparazione, vi consiglio di provare la ricetta qui sotto. È davvero la fine del mondo, oltre che un buon modo di gustarsi una pizza senza dover preoccuparsi troppo!
L’idea non è mia ma sua. Io ho semplicemente seguito le istruzioni e ho cambiato la base data la mancanza del cavolfiore. Al suo posto ho usato il broccolo a cimette e devo dire che il risultato è strabiliante…era partito come un piatto svuota frigo ma è stata una piacevolissima (e gustosissima) scoperta!
Broccoli pizza:

Per la base:
Un mini broccolo (circa 300 g)
1 cucchiaio di semi di lino + 6-7 cucchiai di acqua bollente
35 g farina di riso 
35 g crusca di farro
4 g di lievito alimentare
Origano
Sale, pepe q.b
Paprika

Topping:
Crema di radicchio
Gomasio 
 
(chiedo venia per la luce e la foto poco invitanti ma non avevo nulla di meglio che la fotocamera del cellulare per immortalarla!)
 
How to:
Per prima cosa tritare i semi di lino. A parte scaldate l'acqua, quando raggiunge il bollore versatela in una tazza con i semi di lino, mescolate e lasciate riposare una decina di minuti. Questo è un "finto uovo", sarà il legante della base della nostra pizza.
Pulite il broccolo e lessatelo per 5-10 minuti in una pentola d'acqua salata. Scolatelo, strizzatelo per bene così da togliere tutta l'acqua in eccesso.
A questo punto, l'ho sminuzzato come meglio potevo con un coltello. (l'originale prevede di frullare il cavolfiore con il robot da cucina fino a che il composto non avrà l'aspetto a "chicchi di riso").
In una ciotola larga versate il cavolfiore, il "finto uovo" di lino, l'origano, la farina di riso, la crusca, la paprika e il lievito alimentare.
Lavorate fino ad ottenere un impasto sodo e lavorabile (aggiungendo altra farina di riso se dovesse risultare troppo morbido).
Stendetelo in una teglia per pizza rivestita di carta forno.
Infornate a forno già caldo a 200° per circa 30 minuti.
Quando la base prenderà colore, sfornate, farcitela e rimettetela in forno per altri 10 minuti. Semplicissima, golosissisa, vegan, a basso contenuto di carboidrati e senza dover aspettare che la base lieviti. :)

Come l'originale, questa pizza può essere condita come più si vuole, io avevo un po' di crema di radicchio e volevo finirla prima di lasciarla piangere in frigo altri giorni (che poi si sa, dopo il 25 e il 26 si va avanti con gli avanzi!). La crema l'ho fatta semplicemente stufando il radicchio in padella con olio, cipolla, vino rosso, un goccio di salsa di soia, aggiungendo un po' di brodo fino a far diventare il radicchio una "pappetta". Per smorzare il sapore amarognolo, è possibile aggiungere una puntina di zucchero ma io preferisco lasciarlo in purezza. Ottima sui crostini o allungata con un po' d'acqua di cottura per condire la pasta.
 
Buona Vigilia!
Zucchina




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