Accusatio manifesta... Scrivo il post per fare mea culpa, come mio solito. Sempre per lo stesso motivo, per la mia non presenza e per la mia incostanza, per la mia disaffezione nei confronti di ogni cosa. Scusa blog, non te la prendere ma sono cinque anni ormai che tratto ogni cosa ed ogni persona in questo modo, non puoi certo pretendere un trattamento di favore.
Quello che mi dispiace, questo si, è il non aver curiosato nei blog delle ragazze con cui mi confronto, di solito almeno un'occhiata cc'è sempre, più che per la ricetta in sè, per sapere come vanno loro le cose. Ecco questo si, mi dispiace.
Vorrei poter dire che in questi giorni di silenzio stampa, c'era un valido motivo e invece no, sempre la solita stanchezza, sempre la solita malinconia e sempre la poca voglia di fare qualsiasi cosa dopo otto ore di lavoro/ansia/terrore. Vorrei poter dire che non ho più pubblicato ma ho sfornato mille mila ricette, che ho provato nuove combinazioni di piatti dolci e salati, che ho frequentato un corso di fotografia così da poter presentare delle foto meravigliose. E invece no, sono sempre io, sempre con l'orologio che ticchetta, sempre con il pranzo al sacco, sempre con delle foto demoralizzanti.
Sento di avere davvero bisogno di staccare, di mettere tutto in stand-by e di dover trovare a tutti i costi un po' di tempo per me, per ascoltarmi, perdonarmi, per darmi tregua. Per ritrovarmi.
Così non posso resistere a lungo, questa non è vita. Io non voglio sopravvivere, io voglio vivere.
"LA LATTUGA E' UN PRETESTO" SALAD
Ingredienti per 2 persone:
per i ceci BBQ:
- 250 g di ceci neri cotti
- 2 cucchioìai di olio evo
- 1 cucchiaio di salsa di soia
-1 cucchiai di concentrato di pomodoro
- 1 cucchiaio di sciroppo d'acero o agave
- 1 cucchiaio di salsa BBQ (io ho usato questa)
- 1 cucchiaio di lievito alimentare
per l'insalata:
- 1 avocado a fette
- pomodori pachino
- qualche cucchiaio di grano saraceno germogliato
- 100 g funghi champignon affettati
- 100 g carote alla julienne
- 1/4 sedano rapa alla julienne
- qualche manciata di bacche di Goji
- un piccolo cespo di lattuga
- pepe nero qb
- origano qb
per il condimento:
- 2 cucchiai aceto di mele
- cucchiaio di olio di oliva
- 1 -2 cucchiaini di paprika
HOW TO:
Preparare in anticipo i ceci che dovranno avere il tempo di raffreddare prima di poter essere aggiunti all'insalata: riscaldare a fiamma medio alta una padella antiaderente con i 2 cucchiai di olio evo. Aggiungere i ceci cotti e saltarli per 5-6 minuti. Nel frattempo mescolare la salsa di soia, il concentrato di pomodoro, lo sciroppo d'acero e la salsa BBQ. Versare il composto sui ceci, mescolando bene così da ricoprirli bene. Ridurre la fiamma e lasciar cuocere a fiamma bassa per un quattro minuti circa, mescolando di tanto in tanto. Spegnere e lasciar raffreddare.
Una volta messi da parte i ceci, preparare il condimento semplicemente mescolando aceto, olio e paprika. Insomma preparare una vinaigrette piccante, grazie all'aggiunta della paprika. Io ho usato quella più speziata, non quella dolce perchè il piccante per me HA da PICCARE.
A questo punto dedicarsi all'assemblaggio dell'insalata, condire con la vinaigrette ed aggiungere i ceci BBQ. Finire con un pizzico di pepe nero macinato ed origano.
A presto spero,
Zucchina
Una Zucchina tra due fuochi
domenica 7 dicembre 2014
domenica 23 novembre 2014
Americanate
Non sono sparita, non del tutto per lo meno. Semplicemente
ho preferito non scrivere per un po’ perché stanno succedendo tante cose che mi
hanno tolto spesso e volentieri la forze anche per lamentarmi. E dato che non
mi piace essere un peso per gli altri con le mie lamentele, me le sono tenute
per me, riservandomi di scrivere quando avessi trovato il tempo e la capacità
di non riversare troppa tristezza su questo blog, che già ne ha vista in dosi
massicce.
Quindi eccomi qui, di nuovo. Pronta con una nuova ricetta
dolce. Dolce, di nuovo. Non ho avuto molta ispirazione, i miei pranzi e le mie
cene non sono stati mai troppo elaborati, o comunque non meritevoli di essere
pubblicati. Quindi mi scuso per l’ennesimo post dolce, anche perché un altro è
sicuramente previsto a breve visto che devo far vedere che fine ha fatto la mia
marmellata express pubblicata qui.
L’ho rimandata ancora un po’ perché da persona curiosa e
amante delle americanate quale sono, so che giovedì è il Thanksgiving Day, il
giorno del Ringraziamento. Mi piace immaginare l’atmosfera festosa, lo spirito
di condivisione e del voler stare insieme, in famiglia, che caratterizza questa
festività. Almeno così ce la disegnano nei film. E visto che non posso proporvi
un tacchino ripieno per ovvi motivi né la ricetta del purè di patate e
cavolfiore perché troppo banale persino per una novellina della cucina come me,
ho deciso di buttarmi sul dolce. Penserete APPLE PIE! Ebbene si, ho preparato
quanto di più Americano esista, ma in una chiave un po’ diversa, perché,
diciamolo, a me piace complicarmi la vita.
Ed approfitto però per cogliere anch’io lo spirito del
Ringraziamento, cioè quello di voler grazie per quanto ricevuto. E allora in
maniera random, inizio. Grazie per la pazienza che la mia famiglia ha con me,
grazie per la fiducia che hanno nei miei confronti, nonostante i gesti possano
dimostrare a volte che non sono del tutto razionale. Grazie per le poche
persone che ancora mi stanno vicino, perché emanano una luce che mi riscalda il
cuore anche quando fa freddo. Grazie per le ragazze che passano sul mio blog e
lasciano una piccola traccia di sé perché mi dà la conferma che là fuori di
belle persone ne è pieno il mondo. Basta cercare bene. Grazie perché nonostante
tutto sono ancora qui, acciaccata, ferita e con tante sbucciature, consapevole
dei miei errori e delle mie paure irrazionali anche se ancora troppo dubbiosa
per affrontarli una volta per tutte.
APPLE PIE CRUMBLE MUFFIN
Per 12
muffins:
200 g di
farina (per me un mix di farina di kamut e farina integrale)
50 grammi di zucchero di canna
½ cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di lievito per dolci bio
½ cucchiaino di pimento
1 cucchiaino di cannella in polvere
1 pizzico di sale
180 ml di acqua
70 ml di olio di semi di girasole
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
1 mela di medie dimensioni a cubetti
Per il
crumble:
30 g di farina integrale
30 g di zucchero integrale di cocco
½ cucchiaino di pimento
1 cucchiaino di cannella
1 cucchiaio e ½ di olio d’oliva
Una decina di nocciole tritate grossolanamente
HOW TO:
Preparare il crumble in un piccolo recipiente:
mescolare tutti gli ingredienti secchi ed aggiungere per ultimo l’olio.
Mescolare con le mani fino ad ottenere un composto granuloso, tipo sabbia.
Accendere il forno a 180° e preparare gli stampini
per muffin, ungendoli ed infarinandoli leggermente.
In una ciotola, mescolare tutti gli ingredienti
secchi. Formare un buco al centro ed aggiungere olio, acqua, vaniglia.
Amalgamare e solo per ultimo aggiungere le mele. Mescolare per distribuirle
uniformemente nel composto.
Riempire per 2/3 circa i pirottini/la teglia per
muffin e cospargerli con il crumble. Infornare per 25 minuti circa.
domenica 2 novembre 2014
Confessioni di una mente pericolosa
Lo ammetto. Fra qualche anno, quando parteciperò alle
riunioni dei Foodblogger Anonimi tanto lo dovrò confessare comunque. Buongiorno
a tutti, mi chiamo Zucchina e l’unica volta che ho panificato con il lievito
madre è stato perché avevo quello secco in polvere. L’unica occasione in cui ho
preparato i miei lieviti madre me li hanno miseramente abbrustoliti nel forno
mettendo fine alle mie velleità panificatorie. Non ho mai tirato una sfoglia,
non ho mai fatto gli gnocchi, non ho mai sfogliato i croissants. Non ho mai
preparato composte né di frutta né di verdura. Sono un’accumulatrice seriale di
“Preferiti” del motore di ricerca, intasando sia il cellulare sia il computer
con ricette che il 70% delle volte non replicherò. La mia casa pullula di libri
e libercoli di ricette di cucina, che spesso e volentieri fanno sfoggio di sé più
come soprammobili che come fonte di ispirazione dei miei piatti. Seguo ogni cooking
show e programma di cucina sulla faccia della terra, da Masterchef a Cuochi e
fiamme, da Cucina con Giada a (inorridendo) Man vs Food. Compro spesso
ingredienti a caso perché li ho letti nella ricetta X che passa inevitabilmente
in secondo piano causa stanchezza e poco tempo per approfondire. Il che si
traduce in un’altra serie di “preferiti” con trait d’union quello dell’ingrediente
che mi guarda come un cucciolo di Labrador ogni volta che apro la dispensa.
La ricetta di oggi nasce così, proprio perché presa dall’euforia
di un inizio autunno dai sentori estivi, mi crogiolavo nell’idea di insalatone
in cui le foglie di lattuga erano solo un pretesto per infilarci tutto e il
contrario di tutto: mele, cavolo cappuccio, cimette di broccolo, finocchi in un
mix estate-inverno di colori ed antiossidanti. Poi però è arrivato il “fresco”,
il raffreddore e la febbre e le insalate sono state scalzate nella mia
personalissima classifica di gradimento da zuppe, verdure cotte, minestroni e
forno acceso.
Con due melagrane che imploravano di trovare un posticino
nel mio cuore e non solo nel portafrutta. Così gira che ti rigira vengo
fulminata da un’idea. Marmellata home-made! Non sono amante delle marmellate in
commercio, troppo dolci e stucchevoli, e non riesco a chiudere un occhio di
fronte al tacito inganno del “senza zuccheri aggiunti” che poi rivela un’aggiunta
di succo d’uva che, per carità, meglio dello zucchero bianco ma sempre un
qualcosa in più è. E quindi sono poche le mie ricette a base di marmellate e di
certo non sono una fan entusiasta delle fette biscottate e marmellata, o
meglio, inizio con le migliori delle intenzioni ma a metà della seconda
settimana già sono alla ricerca di un’altra ricetta per movimentare la mia
colazione…
In sintesi, avendo poco tempo, poca voglia, poca materia
prima e assolutamente nessun addensante tradizionale né la minima esperienza in
campo marmellate ho tirato fuori questo modo originale e (poco) dolce per
iniziare la mia giornata…
POMEGRANATE CHIA JAM
Ingredienti:
Arilli di due melagrane di medie dimensioni (circa 2 tazze)
2 cucchiai di sciroppo d’agave (giusto per dire che l’ho
zuccherata!)
2 cucchiai di semi di chia
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
How to:
Ricetta di una banalità imbarazzante. Ricavare i semi della
melagrana, frullarli con il minipimer in maniera grossolana, aggiungere lo
sciroppo d’agave ed i semi di chi. Scaldare a fuoco basso fino a far bollire,
mescolando spesso e schiacciando delicatamente gli arilli così da estrarne il
succo ma lasciando comunque un minimo di croccantezza. J
Mettere i semi di chia, mescolare fino ad amalgamarli al
resto del composto e rimettere sul fuoco, sempre a fiamma bassa e cuocere per
10-15 minuti. Aspettare che il tutto si addensi, mescolando spesso per evitare
che la marmellata si attacchi sul fondo della pentola.
Una volta che la marmellata ha raggiunto la giusta
consistenza aggiungere la vaniglia.
Si mantiene in frigorifero per una settimana/dieci giorni in
un barattolino ben sigillato di quelli per marmellate e composte. Si potrebbe
produrla in quantità maggiori e metterle sottovuoto ma, si sa, Zucchina non fa
queste cose.
Qual è stato il destino della mia marmellata? Un paio delle
mie ultime colazioni è stata questa...
…in forno c’è un’altra idea che, se supera il mio pressure
test(!) potrebbe comparire qui sul blog.
Un abbraccio,
Zucchina
PS: Visto che ogni tanto anche io non pubblico post
melodrammatici e riesco ad essere quasi simpatica? J
domenica 26 ottobre 2014
Una stagione del CAVOLO!
E rieccomi di nuovo qui, alle prese con i primi freddi, i
primi malanni, i primi giorni in cui a metà pomeriggio in studio si deve
accendere la luce ed i primi giorni con i camici a maniche lunghe. Quest’anno è
stato strano, l’estate è arrivata quasi solo su carta, un settembre piovoso, un
ottobre soleggiato fino a qualche giorno fa. Di pari passo al meteo strano,
anche il mio umore è stato sempre tendenzialmente grigio a parte qualche
sporadica schiarita. Quasi mi sto abituando a questo stato d’animo un po’
malinconico, degno di tanti poeti che al Liceo mi piacevano tanto ma che in
fondo non si adattano a me, che mal mi ritrovo dopo tutti questi anni in questa
condizione. Strana la vita, è passato così tanto tempo dall’ultima volta che ho
sorriso di cuore e non con quel velo di rassegnazione, che quasi dubito di
averlo mai vissuto davvero un periodo buono. Eppure so che è così, o anche se
non fosse, da qualche parte so che il mio periodo buono mi sta aspettando. No
hay mal que dure cien anos, ni cuerpo que lo restiste, dice mia madre. Non c’è
male che duri cent’anni, né corpo che lo possa sopportare. Cinque anni a questa
lotta sono il mio più che sufficiente contributo. E così piano piano cerco di
zittire le voci che ho dentro, alle volta funziona, alle volte no. Certi giorni
non vorrei nemmeno alzarmi dal letto e certi giorni lo faccio trascinandomi tra
le ore di lavoro solo con il desiderio di tornare a casa a riposare. È una
lotta che ti sfianca fisicamente e mentalmente e ti lascia sempre con un po’ di
grigiume nello sguardo. Ma è una lotta che continuerà.
Come si è capito più volte, non sono amante della stagione
fredda, non mi piacciono i maglioni sformati e non mi piace dovermi conciare
come l’omino Michelin per uscire. Ma s’ha da fare se hai un metabolismo che fa
schifo e pochi cm di ciccia per coprirti. Non mi piace la monotonia della
frutta, mela, pera, kiwi, banana, non mi piace che il rosso del pomodoro sia
smorto e quel poco non se l’è certo guadagnato sotto il sole. Ma ancora il mio
lavoro o il mio facoltoso marito (che ancora devo conoscere eh?) non mi
permettono di svernare ai Caraibi, quindi sto qua, avvolta nella mia coperta di
pile a sorseggiare il mio thè e a cercare ricette carine ed originali da
provare…o come capita spesso, intasare i “Preferiti” di Mozilla.
Una delle cose (ce ne sono, ce ne
sono un paio, lo ammetto!) sono loro: cavoli, verze, cavolfiori e famiglia… li
adoro in ogni forma, colore e dimensione e quando ho ripreso in mano il numero
di “Vegetarian Times” comprato qualche mese fa a New York non ho potuto fare a
meno di accendere il fornello e cucinare. Ho modificato qualcosa per adattare
la ricetta a quello che avevo in casa ma il risultato è comunque un contorno sorprendente!
RAINBOW STIR- FRY
INGREDIENTI:
3 cucchiai di succo d’arancia
2 cucchiai di salsa di soia a ridotto contenuto di sale
1 cucchiaino di preparato per pasta aglio, olio e
peperoncino (si può sostituire con del peperoncino o paprika in polvere ed un
po’ d’aglio in cottura)
2 cucchiaini di olio di sesamo
Mezzo cavolo cappuccio rosso (diciamo 300g) tagliato
sottilmente
1 peperone rosso tagliato a listarelle
1 zucchina piccola tagliata a julienne
100 g di edamame surgelati
3-4 manciate di funghi champignon affettati
4 cipollotti tagliati sottilmente
HOW TO:
Per prima cosa, preparare la salsina: in un bicchiere
mescolare insieme succo d’arancia, salsa di soia e peperoncino. Scaldare a
fiamma alta l’olio di sesamo in un wok o in una padella. Aggiungere i funghi,
mescolare e lasciar cuocere per circa tre minuti. Aggiungere 3 cucchiai d’acqua
ed il cavolo cappuccio. Cuocere, mescolando, per altri 4 minuti. Aggiungere il
peperone a listarelle, la zucchina, gli edamame, un paio di cucchiai d’acqua e
cuocere per 4 minuti. Aggiungere quindi i cipollotti e versare la salsina all’arancia.
Mescolare e cuocere per altri due minuti a fiamma media.
domenica 12 ottobre 2014
Non esistono più le mezze stagioni...(meteo- e culinariamente)
Non posso iniziare questo post senza rispondere brevemente ai commenti
lasciati nel mio post precedente. I giorni passano e lo spirito è ancora
traballante. Non so proprio da dove derivi questa mia incertezza, questa mio
sentirmi sempre fuori posto ed inadeguata. Ho sempre amato scrivere,
persino a dieci anni tenevo un diario e più volte riprendendoli in mano ho
sorriso nel leggere di una sicurezza fiera e sincera. Non sono sempre stata una
con le palle rientrate, le unghie le sapevo tirare fuori eccome, anche solo per
rivendicare il mio ruolo di Sailor Moon all'asilo!
Eppure nel tempo, qualcosa si è spezzato e le piccole delusioni accumulate nel tempo, quel mio rendermi conto che le altre erano più estroverse, più sgamate e più brillanti di me mi hanno indotto a credere di essere meno di tutte. Di non poter piacere a nessuno. Di non meritarmi nulla di buono. Di perdere l'equilibrio e cadere nella trappola.
E non è facile uscire, è una delle condizioni più subdole che esistano, non appena pensi di esserti sottratta di poco dalla sua vista,Lei è subito pronta a riprenderti sotto il suo giogo. La mia è una battaglia doppia perchè dalla mia ho la consapevolezza, non sono più lo scricciolo che pensava che il problema fosse degli altri, non sono più la povera ingenua che pensava di avere il controllo quando tutto avevo fuorchè il controllo della situazione. Sto male il doppio perchè so e al tempo stesso non posso far a meno di stare al gioco. Fondamentalmente posso intuire anche il problema... in un certo senso, ormai sono così abituata a questo stare male che penso non esistano alternative, almeno non per me. E fondamentalmente la barricata che ho costruito tra me e il mondo è una garanzia per future batoste, aprirmi agli altri può sempre riservarmi brutte sorprese, l'ultima proprio durante questa settimana.
Insomma è brutto dirlo ma stare male mi fa quasi comodo in certe situazioni. Perchè ho paura, sono
una vigliacca, timida ed inerme di fronte alla vita che vorrei ma che ho paura di vivere...
E a proposito di paure, questa ricetta è la prova che molti pregiudizi che ho/avevo sono delle grandi stupidate. Solo che un conto sono un paio di muffin, un conto è la vita.
Diciamo che fino a qualche mese fa sarei inorridita nel pronunciare parole come AVOCADO, BURRO, LATTE DI COCCO. Ed ora invece , è un appuntamento fisso sedermi a tavola addentando una fetta di pane con guacamole o mangiando la mia cofana di insalata con fettine di avocado. Ho anche comprato ed usato una lattina di LATTE DI COCCO, cosa da cui mi sono ben guardata per anni in passato.
Quanto al BURRO/MARGARINA, sono ancora intransigente ma penso di aver trovato un BUON compromesso. E ho capito che mi sto perdendo tante cose golosissime fissandomi solo sui numeri riportati sulle etichette (e non parlo di codici a barre e prezzi).
Muffin alle mandorle e lamponi:
INGREDIENTI per 12 muffin:
- 3/4 cup latte di mandorle (la bevanda di mandorle, lo sapevate che per legge in EU non si può più parlare di latte vegetale???? latte è per definizione solo il risultato di una "secrezione" di un mammifero)
- 2 cucchiaini di aceto di mele apple cider vinegar
- 1/2 cup di crema di mandorle
- 1/3 cup di olio di semi di girasole
- 2/3 cup di zucchero grezzo di canna
- 1 cup + 2 cucchiai colmi di farina tipo 0
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato
- un pizzico di sale (io ho messo quello rosa dell'Himalaya)
- 12 lamponi (io li ho trovati freschi che sono il massimo!)
HOW TO:
Prima di tutto, accendere il forno a 180° C e oleare ed infarinare uno stampo per muffin.
In un bicchiere mescolare la bevanda di mandorle con l'aceto e lasciar riposare per almeno 10 minuti.
In una ciotola, unire crema di mandorle, olio, zucchero e mixare fino a che tutto è perfettamente amalgamato. Aggiungere quindi la combinazione di aceto e bevanda. Mescolare.
A parte unire tutti gli ingredienti secchi e cioè farina, lievito in polvere, bicarbonato e sale. Aggiungere tutto a quelli liquidi e mescolare tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Riempire gli stampini per cupcake fino a 2/3 metà della loro altezza. Al centro di ogni muffin affondare un lampone ed infornare per circa 25 minuti.
Eppure nel tempo, qualcosa si è spezzato e le piccole delusioni accumulate nel tempo, quel mio rendermi conto che le altre erano più estroverse, più sgamate e più brillanti di me mi hanno indotto a credere di essere meno di tutte. Di non poter piacere a nessuno. Di non meritarmi nulla di buono. Di perdere l'equilibrio e cadere nella trappola.
E non è facile uscire, è una delle condizioni più subdole che esistano, non appena pensi di esserti sottratta di poco dalla sua vista,Lei è subito pronta a riprenderti sotto il suo giogo. La mia è una battaglia doppia perchè dalla mia ho la consapevolezza, non sono più lo scricciolo che pensava che il problema fosse degli altri, non sono più la povera ingenua che pensava di avere il controllo quando tutto avevo fuorchè il controllo della situazione. Sto male il doppio perchè so e al tempo stesso non posso far a meno di stare al gioco. Fondamentalmente posso intuire anche il problema... in un certo senso, ormai sono così abituata a questo stare male che penso non esistano alternative, almeno non per me. E fondamentalmente la barricata che ho costruito tra me e il mondo è una garanzia per future batoste, aprirmi agli altri può sempre riservarmi brutte sorprese, l'ultima proprio durante questa settimana.
Insomma è brutto dirlo ma stare male mi fa quasi comodo in certe situazioni. Perchè ho paura, sono
una vigliacca, timida ed inerme di fronte alla vita che vorrei ma che ho paura di vivere...
E a proposito di paure, questa ricetta è la prova che molti pregiudizi che ho/avevo sono delle grandi stupidate. Solo che un conto sono un paio di muffin, un conto è la vita.
Diciamo che fino a qualche mese fa sarei inorridita nel pronunciare parole come AVOCADO, BURRO, LATTE DI COCCO. Ed ora invece , è un appuntamento fisso sedermi a tavola addentando una fetta di pane con guacamole o mangiando la mia cofana di insalata con fettine di avocado. Ho anche comprato ed usato una lattina di LATTE DI COCCO, cosa da cui mi sono ben guardata per anni in passato.
Quanto al BURRO/MARGARINA, sono ancora intransigente ma penso di aver trovato un BUON compromesso. E ho capito che mi sto perdendo tante cose golosissime fissandomi solo sui numeri riportati sulle etichette (e non parlo di codici a barre e prezzi).
Muffin alle mandorle e lamponi:
INGREDIENTI per 12 muffin:
- 3/4 cup latte di mandorle (la bevanda di mandorle, lo sapevate che per legge in EU non si può più parlare di latte vegetale???? latte è per definizione solo il risultato di una "secrezione" di un mammifero)
- 2 cucchiaini di aceto di mele apple cider vinegar
- 1/2 cup di crema di mandorle
- 1/3 cup di olio di semi di girasole
- 2/3 cup di zucchero grezzo di canna
- 1 cup + 2 cucchiai colmi di farina tipo 0
- 1 cucchiaino di lievito in polvere
- 1/2 cucchiaino di bicarbonato
- un pizzico di sale (io ho messo quello rosa dell'Himalaya)
- 12 lamponi (io li ho trovati freschi che sono il massimo!)
HOW TO:
Prima di tutto, accendere il forno a 180° C e oleare ed infarinare uno stampo per muffin.
In un bicchiere mescolare la bevanda di mandorle con l'aceto e lasciar riposare per almeno 10 minuti.
In una ciotola, unire crema di mandorle, olio, zucchero e mixare fino a che tutto è perfettamente amalgamato. Aggiungere quindi la combinazione di aceto e bevanda. Mescolare.
A parte unire tutti gli ingredienti secchi e cioè farina, lievito in polvere, bicarbonato e sale. Aggiungere tutto a quelli liquidi e mescolare tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Riempire gli stampini per cupcake fino a 2/3 metà della loro altezza. Al centro di ogni muffin affondare un lampone ed infornare per circa 25 minuti.
NOTE:
Questi dolcetti sono soffici, profumati e con una sorpresa
dolce-acidula. Li trovo il giusto compromesso tra gli estivi lamponi e le
regine dell’autunno, le mandorle. Sono piaciuti a tutti, persino al mio
intransigente ed iper critico papà. La crema di mandorle l’ho sempre afferrata
al bio ma l’ho sempre rimessa al suo posto, complici i valori nutrizionali
fuori (dai miei) range ed il prezzo non proprio in linea con il mio portafoglio
da tirocinante che lotta per auto mantenersi. Ma è stata definitivamente una
dolce scoperta… ed una piccola vittoria.
Un abbraccio,
Zu
giovedì 2 ottobre 2014
It's raining cats and dogs..
Certe volte l’unica cosa di cui si ha bisogno è che siano
gli eventi a decidere per te. Purtroppo non sono mai stata il tipo che si
lascia andare seguendo il flusso delle cose senza pensarci troppo. Anzi ogni
singola cosa per me diventa un pretesto per rimuginare, macinare, pensare ai se
e ai ma, a come sarebbe potuta andare o a che cosa sarebbe successo se io
avessi imboccato l’altra strada piuttosto che quella scelta…
e forse è questo il motivo per cui sono ancora qui, dopo
cinque anni, dopo un’altalena continua di kg presi e kg persi, riflesso
tangente di quanto stia vivendo a livello emotivo: sono talmente tanto
impantanata a capire del perché e del per come mi sono cacciata in questo
schifo di vincoli mentali e paura che ho perso di vista il COME uscirne.
Questa settimana sono dovuta stare al gioco dei miei che
hanno lanciato l’ultimatum “O ti dai una calmata o torni a vivere da noi” e
quindi eccomi qui, dopo quattro giorni in cui ho provato ad adattarmi al
sorriso, a guardare oltre il mio disagio, a cercare di non pensare ai cattivi
pensieri, a focalizzarmi sull’obiettivo, a cercare di migliorarmi e, perché no,
ad indossare una maschera, quella del sorriso, provando ad autoconvincermi che
fosse il mio stato d’animo vero. O meglio, a plasmare quanto meglio possibile
il mio stato d’animo sull’immagine che i miei dovevano avere di me.
Quali sono stati i risultati? I primi due giorni sono andati
più che bene, quasi cominciavo a credere che era facile, che piano piano non
sarebbe stata una maschera, che il sorriso sarebbe presto diventato sincero, ma
tra oggi e ieri, forse complice la pioggia, si è fatta di nuovo strada quella
sensazione di angoscia che ormai mi segue da tanto. Io non so perché, non so
come ma sono anni che mi perseguita l’idea di essere inadeguata. Prima al
classico, poi all’università, ora al lavoro ed in generale inadatta a stare
qui, terribilmente convinta di essere sempre e solo fuori posto. Perché è così
difficile amarsi un po’?
E se fuori piove, anche qui sul blog piovono … polpette
FALAFEL DI CECI
Ingredienti:
-
250 gr di ceci secchi
-
mezza cipolla
-
prezzemolo tritato
-
1 spicchio d'aglio
-
2 cucchiaini cumino
-
coriandolo (facoltativo)
-
farina di ceci (facoltativa)
-
olio extravergine d'oliva
-
sale e pepe
Mettere in ammollo i ceci secchi per 24-36 ore. Scolare i legumi e metterli nel bicchiere del
mixer, senza cuocerli. Aggiungere la cipolla tritata, il prezzemolo, lo spicchio d'aglio, il cumino e le altre
spezie.
Frullare fino ad ottenere un composto
omogeneo, aggiustando di sale e pepe. Si può aggiungere qualche cucchiaiata di acqua. Lasciar
riposare l'impasto in frigorifero per circa un’ora.
Formare le crocchettepolpette con le mani leggermente bagnate. Nel caso in cui i falafel risultino troppo molli, è
possibile aggiungere 2 o più cucchiai di farina di ceci.
In teoria i falafel
vanno fritti in olio bollente, io li ho fatti al forno. È sufficiente
cuocerli per circa 25 minuti a 180 gradi in una teglia foderata con carta
forno. Le polpette sono pronte quando risulteranno dorate in superficie. Si possono anche fare su una padella antiaderente.
Ecco qui una foto da vicino delle mie creature:
Zu
domenica 28 settembre 2014
Just another day, just another salad
Questo tempo strano a cui é appeso il mio umore mi aveva ingannato. Ed
anzi avevo già appeso le infradito al chiodo ed ero entrata nello spirito
autunnale riaccendendo il forno per qualche idea che immagino avrò molto
tempo di propinare...ma intanto questo fine settimana mi godo gli ultimi sprazzi d'estate,
cercando di assorbire quanta più energia dal sole (e di crearmi un po'
di vitamina D per l'inverno) e appollaiandomi al sole più che posso.
Quanto all'umore, beh, quello dallo spirito autunnale non si é mai
staccato e quelle rare volte in cui ho riassaggiato un po' di quel
qualcosa che ricorda vagamente la spensieratezza é stato bruscamente
frenato da qualche evento, memorandum che chi é come me non può star
sereno. Perché se non c'è qualche problema fuori, a noi piace crearlo da
dentro. Piccoli getti di veleno a ricordare il mio mantra "mai
abbastanza".
Proprio ieri stava andando tutto bene, proprio ieri mi stavo caricando da sola "ma chi me lo fa fare a star così? Cheiovogliouscirevoglioamarevoglioriderevogliofarekickboxingmanonpossoperchéorami
stendeancheunfilodiventoiochevoglioprendereamorsiquestavitaedivorarla...beh anche ieri, che era iniziata tanto bene mi è arrivato beffardo il solito pugno in faccia imprevisto. E lì per lì non sono riuscita a schivarlo...vi terrò aggiornati sull'evoluzione degli eventi, sperando che le cose bene perchè non è bello sentirsi dire dai propri genitori che non sanno più se credere alle mie parole. Ti fanno riflettere su quanto questo schifo sia andato avanti e ti mettono il tarlo su che razza di persona di me..a sia diventata per spingere MIA MADRE e MIO PADRE a non fidarsi di me, o meglio ad essere scettici sulla mia voglia di uscire dal buco in cui mi sono cacciata ed in cui sguazzo non molto allegramente da 5 anni.
Detto questo e tornando alla questione culinaria che risolleva un po' le sorti di questo post, voglio lasciare l'insalatona che mi sono pappata ieri sul tavolino che dà sul mare di casa mia. Come dicevo, le mie ricette da forno sono passate in secondo piano per approfittare, finchè si può, delle ultime pennellate di colore estive.
SUN-KISSED BOWL:
Ingredienti per una SINGLE (serving):
- Insalalata verde mista
- una carota tagliata a julienne
- mezza barbabietola tagliata a julienne
- mezzo avocado (sì, new love of my life)
- qualche cimetta di broccolo ben lavata
- due manciate colme di mirtilli
- tempeh alla piastra (sugli 80 g diciamo?!?)
HEMP LIME DRESSING :
- un cucchiaino di semi di canapa
- un cucchiaio di olio evo
- succo di mezzo lime
Ovviamente, non indico il procedimento perchè non si tratta di altro che schiaffare tutto in una ciotola e di irrorare con l'emulsione, preparata mescolando vigorosamente lime ed olio e tuffandoci dentro i semi di canapa.
Eccoli qua, gli ingredienti tutti insieme...
..ed ecco qua dopo la "schiaffatura" nella ciotola!
A presto,
Zucchina
Proprio ieri stava andando tutto bene, proprio ieri mi stavo caricando da sola "ma chi me lo fa fare a star così? Cheiovogliouscirevoglioamarevoglioriderevogliofarekickboxingmanonpossoperchéorami
stendeancheunfilodiventoiochevoglioprendereamorsiquestavitaedivorarla...beh anche ieri, che era iniziata tanto bene mi è arrivato beffardo il solito pugno in faccia imprevisto. E lì per lì non sono riuscita a schivarlo...vi terrò aggiornati sull'evoluzione degli eventi, sperando che le cose bene perchè non è bello sentirsi dire dai propri genitori che non sanno più se credere alle mie parole. Ti fanno riflettere su quanto questo schifo sia andato avanti e ti mettono il tarlo su che razza di persona di me..a sia diventata per spingere MIA MADRE e MIO PADRE a non fidarsi di me, o meglio ad essere scettici sulla mia voglia di uscire dal buco in cui mi sono cacciata ed in cui sguazzo non molto allegramente da 5 anni.
Detto questo e tornando alla questione culinaria che risolleva un po' le sorti di questo post, voglio lasciare l'insalatona che mi sono pappata ieri sul tavolino che dà sul mare di casa mia. Come dicevo, le mie ricette da forno sono passate in secondo piano per approfittare, finchè si può, delle ultime pennellate di colore estive.
SUN-KISSED BOWL:
Ingredienti per una SINGLE (serving):
- Insalalata verde mista
- una carota tagliata a julienne
- mezza barbabietola tagliata a julienne
- mezzo avocado (sì, new love of my life)
- qualche cimetta di broccolo ben lavata
- due manciate colme di mirtilli
- tempeh alla piastra (sugli 80 g diciamo?!?)
HEMP LIME DRESSING :
- un cucchiaino di semi di canapa
- un cucchiaio di olio evo
- succo di mezzo lime
Ovviamente, non indico il procedimento perchè non si tratta di altro che schiaffare tutto in una ciotola e di irrorare con l'emulsione, preparata mescolando vigorosamente lime ed olio e tuffandoci dentro i semi di canapa.
Eccoli qua, gli ingredienti tutti insieme...
..ed ecco qua dopo la "schiaffatura" nella ciotola!
A presto,
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