Questo modo di dire per me rappresenta una sacrosanta
verità. Sono una di quelle persone che quando parte male..beh parte male. Sono
tra gli amanti del silenzio almeno nei primi 10
minuti da quando scende giù dal letto, quelli che guai a chi parla urla
o strepita prima del caffè, guai a chi si mette fra me e la caffettiera o la
teiera, questo in base al periodo, guai a chi mette fretta. Io sono quella che
è disposta a rinunciare a qualche minuto tra le coperte pur di avere i suoi 15
minuti di calma assoluta per la colazione. L’ho già detto altrove ma lo
ripeto…la colazione per me è sacra.
Ecco, ieri è stata una di quelle giornate in cui i
pronostici erano sfavorevoli, è iniziata male e finita peggio. Non sono bastati
i 15 minuti di colazione con calma ed in silenzio come piace a me a
salvaguardarmi da una giornata NO.
Al lavoro è emerso quello che avevo fatto finta di
dimenticare, un po’ come quando nei cartoni si nasconde la polvere sotto il
tappeto. Le cose cambiano poco, non si vede ma lo sporco rimane lo stesso.
Anche questa volta, proprio mentre qualcosa stava andando bene, quando quasi
pensavo di saper gestire meglio la mia insicurezza, il mio essere introversa e
tutto il corollario di difetti che non manco mai di ricordarmi, i fatti mi
hanno dato torto e ho avuto la prova della mia inadeguatezza e dei miei tanti
limiti.
Non mi va di scendere nei dettagli perché mi dilungherei
sempre troppo, sempre la stessa lagna, diciamo solo che ho dimostrato solo che
il mio datore di lavoro ha preso un abbaglio nel prendermi lì, che non sono
brava in niente e che ho tantissimi limiti.
Provo a fare finta che le cose vadano meglio, di mio mi
impegno a non pensare a tutti quegli schemi mentali, quelle convinzioni che mi
perseguitano e che razionalmente condanno, ma alla fine c’è sempre qualcosa che
mi fa pensare ancora una volta al mio essere sbagliata. Ovunque e sempre.
Vi lascio la ricetta di questo dolcetto preparato qualche
tempo fa, è una torta sofficissima e delicata che ho voluto provare dopo averla
vista da Francy. Colpa delle foto come sempre stupende e del nome strano
perché, si sa, se son normali non mi piacciono, le dosi sono le stesse. Io ho
aggiunto solamente una bustina di thé verde e una mela Granny. Una fetta di
questo dolce sarebbe stata perfetta in una giornata come quella di ieri.
Avrebbe reso tutto un po’ più dolce.
Tortina al
verde col metodo Tang Zhong (senza uova)
Ingredienti per una tortiera di 18 cm
98 gr di farina 00
98 gr di fecola di patate
150 gr di yogurt bianco
115 gr di zucchero
12 gr malto di riso
50 gr di olio di semi
50 gr di roux*
10 gr di lievito
1 gr di sale
1 bustina di thé verde
1 mela Granny Smith
*per il roux
8 gr di farina 00
80 gr di latte di riso
Procedimento
Per prima cosa il roux: in un pentolino mescolare
accuratamente la farina con il latte, evitando di formare grumi. Portare il
padellino su fuoco basso e scaldare a fuoco dolce, mescolando, fino ad avere,
come spiega bene Francy, un composto leggermente gelatinoso. Spegnere e
trasferire in una scodella, lasciando raffreddare a temperatura ambiente.