Certe volte l’unica cosa di cui si ha bisogno è che siano
gli eventi a decidere per te. Purtroppo non sono mai stata il tipo che si
lascia andare seguendo il flusso delle cose senza pensarci troppo. Anzi ogni
singola cosa per me diventa un pretesto per rimuginare, macinare, pensare ai se
e ai ma, a come sarebbe potuta andare o a che cosa sarebbe successo se io
avessi imboccato l’altra strada piuttosto che quella scelta…
e forse è questo il motivo per cui sono ancora qui, dopo
cinque anni, dopo un’altalena continua di kg presi e kg persi, riflesso
tangente di quanto stia vivendo a livello emotivo: sono talmente tanto
impantanata a capire del perché e del per come mi sono cacciata in questo
schifo di vincoli mentali e paura che ho perso di vista il COME uscirne.
Questa settimana sono dovuta stare al gioco dei miei che
hanno lanciato l’ultimatum “O ti dai una calmata o torni a vivere da noi” e
quindi eccomi qui, dopo quattro giorni in cui ho provato ad adattarmi al
sorriso, a guardare oltre il mio disagio, a cercare di non pensare ai cattivi
pensieri, a focalizzarmi sull’obiettivo, a cercare di migliorarmi e, perché no,
ad indossare una maschera, quella del sorriso, provando ad autoconvincermi che
fosse il mio stato d’animo vero. O meglio, a plasmare quanto meglio possibile
il mio stato d’animo sull’immagine che i miei dovevano avere di me.
Quali sono stati i risultati? I primi due giorni sono andati
più che bene, quasi cominciavo a credere che era facile, che piano piano non
sarebbe stata una maschera, che il sorriso sarebbe presto diventato sincero, ma
tra oggi e ieri, forse complice la pioggia, si è fatta di nuovo strada quella
sensazione di angoscia che ormai mi segue da tanto. Io non so perché, non so
come ma sono anni che mi perseguita l’idea di essere inadeguata. Prima al
classico, poi all’università, ora al lavoro ed in generale inadatta a stare
qui, terribilmente convinta di essere sempre e solo fuori posto. Perché è così
difficile amarsi un po’?
E se fuori piove, anche qui sul blog piovono … polpette
FALAFEL DI CECI
Ingredienti:
-
250 gr di ceci secchi
-
mezza cipolla
-
prezzemolo tritato
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1 spicchio d'aglio
-
2 cucchiaini cumino
-
coriandolo (facoltativo)
-
farina di ceci (facoltativa)
-
olio extravergine d'oliva
-
sale e pepe
Mettere in ammollo i ceci secchi per 24-36 ore. Scolare i legumi e metterli nel bicchiere del
mixer, senza cuocerli. Aggiungere la cipolla tritata, il prezzemolo, lo spicchio d'aglio, il cumino e le altre
spezie.
Frullare fino ad ottenere un composto
omogeneo, aggiustando di sale e pepe. Si può aggiungere qualche cucchiaiata di acqua. Lasciar
riposare l'impasto in frigorifero per circa un’ora.
Formare le crocchettepolpette con le mani leggermente bagnate. Nel caso in cui i falafel risultino troppo molli, è
possibile aggiungere 2 o più cucchiai di farina di ceci.
In teoria i falafel
vanno fritti in olio bollente, io li ho fatti al forno. È sufficiente
cuocerli per circa 25 minuti a 180 gradi in una teglia foderata con carta
forno. Le polpette sono pronte quando risulteranno dorate in superficie. Si possono anche fare su una padella antiaderente.
Ecco qui una foto da vicino delle mie creature:
Zu
mi dispiace leggerti così. Dovresti cercare di scavare a fondo, perchè di sicuro un motivo alla base c' è per cui ti senti sempre inadeguata. Una volta scoperto il motivo, poi potrai partire da lì e rinascere. Dovresti provare con la meditazione, non so. Ognuno trova la sua strada. Io ho scelto le arti marziali e il tai chi. Cerca la tua strada. E non far finta di stare bene, se non è così. Parla e confrontati con qualcuno.
RispondiEliminaSono assolutamente d'accordo con Valentina. Trovare l'origine di certi disagi che che ci si porta dietro da un po' è un passo fondamentale per capire poi da dove iniziare per liberasene. E te lo dico perchè quelle prime righe, veramente avrei potuto scriverle io. Quando anche allontanarmi una notte da casa mi metteva l'ansia e ora non vedo l'ora di trovare un pretesto per andarmene, quando un invito o una proposta fatta con poco preavviso senza che mi avessero dato tempo di pianificare mi mandava in panico. Io ho scavato, ed ho capito. Ed è stato un inizio. Quella strada, lo sai, la sto ancora percorrendo, ma almeno l'ho imboccata. Ho voluto prenderla con tutte le mie forze. E sempre più sono convinta che volere è potere Zucchina mia, datti almeno la possibilità di metterti alla prova.
RispondiEliminaIntanto, hai trovato un piccolo luogo dove non ti senti fuori posto, no? :)
Mi hai preparato uno dei miei piatti preferiti!!
Ricordati che se mi vuoi scrivere, in ogni momento, io son qui.
Un super abbraccio
Cara Zucchina,
RispondiEliminail sentirsi inadeguati se gestito bene può essere positivo perchè spinge a migliorarsi, ma migliorarSi per piacerSi, non per piacere esclusivamente agli altri! con gli anni ho imparato a svincolare ciò che gli altri cercano di impormi e trovare una via di mediazione che riporti equilibrio: il mio equilibrio. Chiariamo subito, non è sempre facile, non è sempre una strada in discesa. L' importante è dialogare, chiarirsi sempre! trovare un punto d'incontro che smussi un pò gli angoli di una e dell'altra posizione. Ti auguro con tutto il cuore di trovare la tua strada! hai un animo tanto sensibile e sono certa che ce la farai! ...un forte abbraccio!
...dimenticavo! metto in ammollo i ceci! troooppo buona la tua versione dei falafel! :-)
RispondiEliminaOh zucchina, mi spiace leggeri così giù di corda :( anche io arranco ancora fra le incertezze della mia vita, ma cerco di tenermi occupata in qualsiasi modo. E comunque sei stata bravissima: i falafel aiutano sicuramente a tirarsi su (e la prossima volta che sei giù, fatteli fritti: funziona ancora meglio!). Un abbraccio grande
RispondiEliminaPata