Sono una persona contorta e chi mi conosce lo sa bene. Sono un generatore di ansie ed insicurezze, per non parlare delle contraddizioni che mi contraddistinguono. Per esempio, nella mia totale insicurezza (verso me stessa, le mie capacità, i miei talenti) ogni tanto mi prendo la briga di essere caparbia e fiduciosa nelle mie doti a tal punto da cimentarmi con imprese che molti considerano ardue. Culinariamente parlando, il primo azzardo che mi ha visto protagonista è stato il pane.
Qui sopra ci sono i primi panini che ho sfornato in un pomeriggio di totale esaurimento nervoso. Immaginatevi una studentessa a 5 mesi dalla laurea, collocatela in una piccola casetta per studenti nel bel mezzo di Chieti in una domenica tra le più afose di fine giugno, nella più totale solitudine con la sola presenza di fotocopie, slides e appunti da imparare tutti in modo da affrontare tre esami da 4 materie ciascuno (siate maledetti, Corsi Integrati!!!!) tutti nel giro di un mese...avete immaginato? Ecco, quella ero io qualche mese fa. Una pentola a pressione difettosa pronta ad esplodere e un'unica possibilità di sfogare la propria agitazione: cucinare.
Fate dietro front e stampatevi bene in mente le parole "piccola.casetta.per.studenti" e sostituitevi le parole che rappresentano la realtà dei fatti: una casetta in cui i mobili risalgono al Medioevo, il modello di frigo forse lo usava Napoleone Bonaparte e il fornello è coetaneo del primo aeroplano. Dimenticavo: il forno a gas, senza temperatura e senza luce.
Una volta che vi siete fatti l'idea dell'ambientazione, dimenticatevela, considerate solo la gioia che ho provato nel mescolare, impastare, infarinare, aspettare che l'impasto crescesse. Esultate con me nel rivivere il profumino inconfondibile di pane e il crocchiare della crosticina delle mie "creaturine" ancora calde.
Ecco, sembrerà esagerato ma io vivo di questi piccoli momenti di gioia, schegge di entusiasmo per quel poco di bello che riesco a fare nel mio piccolo - e non solo in cucina.
Panini ai 5 cereali e semi di lino:
500 grammi di farina integrale ai 5 cereali (io ho usato questa)
1 bustina di lievito di birra secco
1 cucchiaino di zucchero
2 cucchiaini di sale2 cucchiai di olio
gr. 350 circa di acqua tiepida
semi di lino a piacere (in questa prova, li avevo messo sopra, le volte successive li ho messi direttamente nell'impasto ancora meglio!)
Versare la miscela in una terrina, fare un buco nel quale mettere gli ingredienti. Trasferirlo su un piano di lavoro e lavorarlo brevemente. Versare poco alla volta l’acqua. Impastare prima con un cucchiaio e poi a mano per almeno 5 minuti sino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Fare una palla, metterla in una ciotola unta di olio e coprire con un panno; lasciar lievitare per qualche ora (dalle 2 alle 8, tanto più lo lasciate, meglio è). Considerare che con queste temperature la nostra palla ci metterà più tempo rispetto a quanto non farebbe con le (tanto adorate) temperature estive. Impastare nuovamente e dare la forma di panini. Spennellare la superficie con acqua ed olio e lasciare lievitare per altri 30 minuti. Distribuire sulla superficie i semi di lino ed infornate in forno già caldo a 200° per circa 30 minuti.
I due odori più buoni e più santi son quelli
del pane caldo e della terra bagnata dalla pioggia.
Ardengo Soffici,
1933
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