Sono giorni particolari per me, il fatto di non avere esami da preparare mi lascia molto tempo per riflettere e non sempre è un’attività positiva per me. Cerco di tenermi impegnata, consegno curricula, svolgo commissioni per i miei, faccio da autista a mia sorella, esco con gli amici, a casa tengo la testa impegnata come posso. Sono stata parecchio indecisa su questo post, non sapevo che ricetta pubblicare, ne ho diverse già pronte eppure nessuna che mi convinca.
Il motivo della mia inquietudine che si riflette anche nella
mia cucina è che molto spesso negli ultimi tempi mi chiedo che cosa sarebbe
successo se non avessi imboccato certe strade, se non avessi incontrato alcune
persone.
Non mi sento di dare la colpa a nessuno, tuttavia so che una
persona in cui avevo riposto molta fiducia ha accelerato il processo verso la
mia autodistruzione. Non so, magari mi sarei trovata in questo pasticcio anche
senza conoscerla, magari la mia crisi si sarebbe sviluppata in modalità diverse
più o meno catastrofiche di quella che ho scelto. Non mi piacciono molto i “se”
e i “ma” tanto è vero che in quattro anni non mi sono posta molte volte il
problema, soltanto sono così intenzionata ad andare in fondo al problema che
ormai sono disposta a provare tutte le strade.
D’altronde, ognuno ha il suo 11 settembre, quell’evento che
fa da spartiacque tra un prima e un dopo, quel momento a partire dal quale
nulla sarà più come prima. Lungi da me considerare il mio problema così
importante, so bene che nella mia sfortuna ci sono persone che stanno
molto peggio di me o si trovano in condizioni molto più gravi della mia, dico
solo che anche io nel mio piccolo ho avuto il mio personale corto circuito.
Perdere una persona su cui avevi investito molto, di cui ti
sei voluta fidare nonostante gli alti e bassi, nonostante ti avesse deluso già
tante volte…beh è devastante, specie se non si è sicuri di sé e si tende ad
attribuirsi molte colpe anche per quello di cui colpevoli non si è. Anzi.
Ecco, quello che ancora non sono riuscita a fare è una sorta
di elaborazione della perdita. Non è che senta la mancanza di questa persona,
non è che se non l’avessi persa avrei un’autostima ipertrofica o che so
io…soltanto è che andandosene, allontanandosi da me quella persona mi ha fatto
sentire inadeguata, sbagliata, colpevole del suo allontanamento, inadatta ad
essere amata. E questa sensazione/convinzione mi perseguita da ormai 4 anni.
Elaborazione della perdita. Sembra un lavoro così chiaro e
concreto, invece è sfuggente, sdrucciolevole. E soprattutto è un lavoro che non
si è mai fatto prima. Non è retribuito, ma non è nemmeno volontario. Rigoroso,
anche se non c’è nessuno che ti sorvegli o ti indichi quale sia la via giusta,
gli step da seguire. Non esiste un tirocinio, non esistono criteri per
affermare se ci sono stati progressi o definire che cosa potrebbe aiutare a
farne.
Tengo gli altri pensieri per me, anzi mi scuso con chi legge
il mio blog perché paradossalmente spesso sono PESANTE. Mi dispiace, volevo
essere brillante e spesso mi ritrovo a lamentarmi o a riversare la mia
tristezza nei post. Spero che presto di questi post ce ne siano sempre di meno,
a favore di parole più serene.
Comunque, alla fine del mio pellegrinaggio culinario ed
ideativo ho deciso che la ricetta di oggi doveva essere salata. Non sono molto
ferrata sull’argomento ma voglio impegnarmi a migliorare.
Motivo per cui mi sono ispirata a Cucina Naturale di qualche
mese fa per questa millefoglie di seitan, ero restia e diffidente ma mi sono
dovuta ricredere perché è davvero buonissima e semplicissima da preparare,
anche se ovviamente ho cambiato alcune cosine.
Per esempio la ricetta originale prevedeva la cottura in
padella, io ho approfittato del forno acceso per il seitan e la mela. Il terzo
ingrediente dell’originale è la patata ma io ho optato per il finocchio, eletto
a “Verdura della settimana” (la cosa buffa è che io qualche anno fa li ho
aboliti dalla mia dieta perché lo detestavo cotto, qualche settimana fa ho
avuto la rivelazione …ed l’inizio di una storia d’amore!). Bon, vi lascio alla
ricetta!
Millefoglie di seitan, finocchi e mela:
Ingredienti per una persona:
100 g
di seitan
mezza mela fuji
1 rametto di rosmarino, timo, maggiorana, salvia, alloro
2 cucchiai olio evo
pepe
1 finocchio
How To:
Sbollentare il finocchio per qualche minuto in acqua
bollente salata, scolarlo e lasciarlo freddare.
Nel frattempo affettare il seitan in fettine quanto più
sottili possibili (aiutatevi con una mandolina), lavare la mela, tagliarla a
metà, privarla del torsolo e affettare anche questa a fettine sottili, far
tostare in forno per due minuti, insaporire con un po’ d’olio e un pizzico di
pepe.
Tritare le erbe aromatiche e mescolare con l’olio.
Riprendere il finocchio, che nel frattempo si saranno
raffreddati, affettarlo a fettine sottili. Disporre in una teglia rivestita da
carta forno sia i finocchi sia le fettine di seitan e condire con l’olio al
trito aromatico. Infornare a 200° per una ventina di minuti.
A questo punto, comporre il piatto alternando le fettine
calde di seitan con quelle di mela e finocchio.
Guarnire con un rametto di rosmarino. Semplice ma d’effetto! :)
Zucchina
Ottima ricetta, accostamenti insoliti ma certamente azzeccati! Un abbraccio :)
RispondiEliminaTe la consiglio! Cucina naturale non delude! Un abbraccio a te! :)
EliminaElaborazione della perdita, quando la perdita non è fisica (ciò la persona che s'è allontanata è ancora viva e vegeta), certo fa riflettere, fa star male, ma alla fine fortifica il carattere, ti fa più selettiva nelle scelte delle amicizie. Ma su col morale mi raccomando, cerca di dedicati solo alle cose e alle persone che ti fanno star bene!!! come la cucina!
RispondiEliminaMela e finocchio è un ottimo abbinamento che uso spesso anch'io: proverò ad accostarlo al seitan, sembra delizioso! :-)
Già, piano piano si esce da qualsiasi brutta situazione...molte scelte non le avrei fatte se non fosse successo quello che è successo e alcune di queste hanno avuto risultati piacevoli, cercherò di far mio il tuo consiglio e mi dedicherò solo a quello che mi fa star bene! :)
EliminaFammi sapere che ne pensi se provi la mia ricettina! (a proposito di idee culinarie, la tua tortilla sarà la mia cena!) Un abbraccio!
bisogna imparare a vivere come dicono i buddisti, il qui e ora.il passato è andato, e non si può modificare, il futuro è inutile arrovellarsi sul cosa ci preserverà, perchè nessuno può saperlo.l'unica cosa che si può fare è vivere il presente con consapevolezza cercando di trovare un equilibrio che ci faccia stare sereni.e ricordati che l'unica persona su cui DEVI investire, sei tu.investi su te stessa, e su nessun altro.tutto cambia e muta nel tempo.
RispondiEliminauna volta compreso questo, a piccoli passi, andrai avanti.
Hai ragione, purtroppo mi riconosco il grandissimo difetto di rimanere ancorata al passato e di avere spesso paura del futuro, l'hic et nunc non è il mio forte, troppo presa a non perdonarmi colpe che non so nemmeno io quali siano. Lo so che non siamo Puffi, non viviamo nel villaggio con case a forma di funghetti e che la vita non è una favola, so anche che esistono disgrazie peggiori degli "inciampi" che ho incontrato io nel mio cammino, però è più forte di me, quando si tratta di volermi bene o anche solo accettarmi (premessa fondamentale per un investimento a medio-lungo termine), penso sempre che non valga la pena. Prima o poi spero di cambiare idea. Grazie per essere passata e aver scritto delle parole così belle, valgono molto per me. Ti abbraccio, :)
EliminaNo,no,no Zucchina non sei affatto pesante, quando vengo qui leggo tutto d'un fiato senza riuscire a staccare gli occhi dallo schermo, e fidati che io sono una che si distrae e s'annoia (purtroppo) in mezzo nanosecondo.
RispondiEliminaNon posso che quotare Vale qua sopra, perchè ci son passata anch'io,e non una volta sola. Purtroppo sono sempre stata tendente ad attaccarmi molto ad una persona per volta, non ho mai avuto tanti amici (e una sola orrenda storia) ma "l'amica/o" e ovviamente questo mi portava ad aggrapparmi completamente alla persona con tutta me stessa, fino a che non diventava quasi tutta la mia esistenza,e quando prima o poi tutte se ne sono andate (alcune con allontanamenti più pacifici, altre meno) mi è inevitabilmente crollato il mondo addosso. Diventa sola, perchè non hai avuto modo di costruirti nient'altro. E a volte schiaccia più un vuoto che una presenza. Conosco le conseguenze, io sono stata chiusa dentro me stessa per anni, un essere non-vivente, in piedi solo perchè respirava e mangiava (poco). Ma non è per sempre così. Paradossalmente quando riesci a passare tanto tempo con te stessa, riesci a conoscerti bene, a capire quello che vorresti e quello che non vuoi, e cominci a dirigerti verso la realizzazione delle prime, perchè infondo sai che è quel che meriti, che ora meriti anche tu di avere quello che hai sempre dato. La risocializzazione non è facile, hai dubbi, incertezze, a volte manca pure la pratica. Io tutt'ora sono molto in imbarazzo quando faccio conoscenza con persone nuove o mi trovo a passare del tempo in mezzo a tanti conoscenti. A volte persino parenti, figurati. Ma è razionalizzandole certe cose che si diventa in grado di porre un rimedio, di andare verso qualcosa di costruttivo. Fissa degli obiettivi, capisci quali sono gli strumenti che ti servono e muoviti per raggiungerli, perchè tu ce li hai, ne sono sicura.
Anch'io a volte ci ricasco, ma dimentica chi c'è stato e non c'è più, farà comunque sempre parte della tua storia, ma di quella passata!
Apriti a tutto quel che di bello deve ancora venire, e apriti qua,su questo spazio, che ti assicuro e ti prometto che è un inizio ed è un aiuto grande.
Sorrido perchè a dirtele queste parole sono proprio io, e un tempo non ne sarei mai stata capace.
(chi è quella pesante ora, eh?! ti sei addormentata per caso?? :D)
un bacione Zucchinella bella :)
.nut