Lo ammetto. Fra qualche anno, quando parteciperò alle
riunioni dei Foodblogger Anonimi tanto lo dovrò confessare comunque. Buongiorno
a tutti, mi chiamo Zucchina e l’unica volta che ho panificato con il lievito
madre è stato perché avevo quello secco in polvere. L’unica occasione in cui ho
preparato i miei lieviti madre me li hanno miseramente abbrustoliti nel forno
mettendo fine alle mie velleità panificatorie. Non ho mai tirato una sfoglia,
non ho mai fatto gli gnocchi, non ho mai sfogliato i croissants. Non ho mai
preparato composte né di frutta né di verdura. Sono un’accumulatrice seriale di
“Preferiti” del motore di ricerca, intasando sia il cellulare sia il computer
con ricette che il 70% delle volte non replicherò. La mia casa pullula di libri
e libercoli di ricette di cucina, che spesso e volentieri fanno sfoggio di sé più
come soprammobili che come fonte di ispirazione dei miei piatti. Seguo ogni cooking
show e programma di cucina sulla faccia della terra, da Masterchef a Cuochi e
fiamme, da Cucina con Giada a (inorridendo) Man vs Food. Compro spesso
ingredienti a caso perché li ho letti nella ricetta X che passa inevitabilmente
in secondo piano causa stanchezza e poco tempo per approfondire. Il che si
traduce in un’altra serie di “preferiti” con trait d’union quello dell’ingrediente
che mi guarda come un cucciolo di Labrador ogni volta che apro la dispensa.
La ricetta di oggi nasce così, proprio perché presa dall’euforia
di un inizio autunno dai sentori estivi, mi crogiolavo nell’idea di insalatone
in cui le foglie di lattuga erano solo un pretesto per infilarci tutto e il
contrario di tutto: mele, cavolo cappuccio, cimette di broccolo, finocchi in un
mix estate-inverno di colori ed antiossidanti. Poi però è arrivato il “fresco”,
il raffreddore e la febbre e le insalate sono state scalzate nella mia
personalissima classifica di gradimento da zuppe, verdure cotte, minestroni e
forno acceso.
Con due melagrane che imploravano di trovare un posticino
nel mio cuore e non solo nel portafrutta. Così gira che ti rigira vengo
fulminata da un’idea. Marmellata home-made! Non sono amante delle marmellate in
commercio, troppo dolci e stucchevoli, e non riesco a chiudere un occhio di
fronte al tacito inganno del “senza zuccheri aggiunti” che poi rivela un’aggiunta
di succo d’uva che, per carità, meglio dello zucchero bianco ma sempre un
qualcosa in più è. E quindi sono poche le mie ricette a base di marmellate e di
certo non sono una fan entusiasta delle fette biscottate e marmellata, o
meglio, inizio con le migliori delle intenzioni ma a metà della seconda
settimana già sono alla ricerca di un’altra ricetta per movimentare la mia
colazione…
In sintesi, avendo poco tempo, poca voglia, poca materia
prima e assolutamente nessun addensante tradizionale né la minima esperienza in
campo marmellate ho tirato fuori questo modo originale e (poco) dolce per
iniziare la mia giornata…
POMEGRANATE CHIA JAM
Ingredienti:
Arilli di due melagrane di medie dimensioni (circa 2 tazze)
2 cucchiai di sciroppo d’agave (giusto per dire che l’ho
zuccherata!)
2 cucchiai di semi di chia
1 cucchiaino di estratto di vaniglia
How to:
Ricetta di una banalità imbarazzante. Ricavare i semi della
melagrana, frullarli con il minipimer in maniera grossolana, aggiungere lo
sciroppo d’agave ed i semi di chi. Scaldare a fuoco basso fino a far bollire,
mescolando spesso e schiacciando delicatamente gli arilli così da estrarne il
succo ma lasciando comunque un minimo di croccantezza. J
Mettere i semi di chia, mescolare fino ad amalgamarli al
resto del composto e rimettere sul fuoco, sempre a fiamma bassa e cuocere per
10-15 minuti. Aspettare che il tutto si addensi, mescolando spesso per evitare
che la marmellata si attacchi sul fondo della pentola.
Una volta che la marmellata ha raggiunto la giusta
consistenza aggiungere la vaniglia.
Si mantiene in frigorifero per una settimana/dieci giorni in
un barattolino ben sigillato di quelli per marmellate e composte. Si potrebbe
produrla in quantità maggiori e metterle sottovuoto ma, si sa, Zucchina non fa
queste cose.
Qual è stato il destino della mia marmellata? Un paio delle
mie ultime colazioni è stata questa...
…in forno c’è un’altra idea che, se supera il mio pressure
test(!) potrebbe comparire qui sul blog.
Un abbraccio,
Zucchina
PS: Visto che ogni tanto anche io non pubblico post
melodrammatici e riesco ad essere quasi simpatica? J
Tu sei sempre simpatica!!! è solo che, come per ogni comune mortale, ogni tanto c'è qualche paturnia in agguato e da superare!!! Stringi i pugni e vai!!! io tifo per te!! :-)
RispondiEliminaL'aspetto gelatinoso di questa composta mi attira molto!! Sopratutto se questa caratteristica è data dai semi di chia che non ho ancora mai sperimentato!! Peccato aver spazzolato tutta la scorta delle melograne...ci provo il prossimo anno!!! ;-)
Fantastica!! Proprio ieri ho visto un documentario sull'Iran e facevano vedere la raccolta delle melegrane e le varie trasformazioni. Mi ha impressionato il fatto che per preparare una gelatina molto densa di melagrana venivano utilizzati tantissimi kg di chicchi... Zucchina tu sei sempre simpatica concordo con Mari è che abbiamo siamo fatti di sentimenti... :-) Forza!! Un bacione
RispondiEliminaF*
Ho proprio un melagrano che mi aspetta e non sapevo cosa farne ... ne ho messi un po' di semi in insalata ma ero gia' stufa! Mi sembra una ottima idea! Brava, forza forza con ricettine nuove e allegre! :)
RispondiEliminaE' sparito il mio commento! Ero convinta di averlo lasciato! Allora mi tocca rifarti i complimenti per questa marmellata, visto che adoro i melograni in tutte le salse!!! :) Buona domenica, cara.
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